Psicologia e blog.
Siamo tutti immersi nella psicologia come pesci in un acquario: quindi, più ne sappiamo, meglio possiamo “nuotare” nella nostra vita.
Molti non se ne rendono conto; ma vita pubblica e vita privata dipendono in grandissima misura dal modo in cui le prendiamo: e questa è psicologia.
Tuttavia, parlare di “psicologia” significa restare veramente nel vago, dato che al giorno d’oggi distinguiamo numerose discipline psicologiche.
In questa sede con il termine psicologia ci si riferisce principalmente alla psicologia dello sviluppo, alla psicologia clinica ed a quella dinamica.
La prima perché se vogliamo capire sia noi stessi che gli altri dobbiamo sapere come si forma la nostra personalità.
Infatti il cervello umano sviluppa molto lentamente, quindi compie molti errori di comprensione, valutazione e giudizio. Purtroppo questi restano inalterati nel tempo e spesso finiscono perfino per danneggiarci l’intera vita. Così pure i traumi, anche quelli più remoti, restano in noi per sempre, continuando a far danni in maniera subdola.
Una mia paziente era molto infelice perché si trovava nell’ennesima “storia” sbagliata. Stava malissimo, subiva maltrattamenti ma, come già in precedenza, non riusciva ad uscire da quel rapporto. Di fatto si lasciava incantare dal primo che “la faceva sentire importante” senza valutare pro e contro di alcun genere. In effetti, tutta la sua vita era ed era sempre stata segnata da un notevole complesso di inferiorità. Era timorosa, triste, ipersensibile ed insicura: sicché il rapporto sbagliato non era che la punta dell’iceberg, e in fondo si rivelò la sua fortuna.
Infatti, risolse tutti i suoi problemi appena rivisse un episodio della sua infanzia. Durante la seduta R.E.EM rivide sua madre che usciva di casa dicendole: “Tesoro, ora la mamma deve andare a fare delle cose importanti”. Sentì la rabbia, il dispiacere, la gelosia e la confusione provati allora. Sciolte queste emozioni, si fece una risata e disse: “Ma mamma andava a lavorare, non era che io non fossi importante!”
La mamma usciva per andare a lavorare, ma il suo cervello bambino aveva capito che “lei” non era importante. Mentre gli altri sì. Da qui, il suo timore reverenziale per gli altri e la profonda disistima per se stessa, con tutte le ovvie conseguenze. Ecco quindi il perché del suo comportamento con gli uomini: pensava che se un uomo le dava importanza era un miracolo irripetibile, pertanto anche se la faceva soffrire lei non riusciva a lasciarlo, temendo di non trovarne un altro.
Perché una frase tanto innocente, e perfino affettuosa, aveva potuto fare tanto danno? Perché l’episodio era avvenuto quando Lea era nella fase in cui prendiamo tutto alla lettera e concepiamo solo il sì o il no. “Se gli altri sono importanti io non lo sono”. Come pure, “se mamma ama il fratellino non ama me”, eccetera…
Quando la rividi per il follow-up mi disse che si era liberata senza problemi di quel rapporto e che si sentiva forte e sicura come non mai.
Due anni dopo si sposò e ad oggi è una moglie e madre di famiglia felice.
Quest’esempio dimostra come ci sia una strettissima connessione tra psicologia evolutiva e psicologia clinica e dinamica.
Quando ti capita di vedere tanti di questi guasti fatti dal cervello bambino come puoi non pensare che devi fare qualcosa?
Come fai a restare indifferente di fronte a tante sofferenze che potrebbero essere facilmente evitate?
Come non pensare che quelle sofferenze molto probabilmente si trasmetteranno per generazioni?
Purtroppo non si eredita solo il DNA, esiste anche l’eredità psichica assorbita, come il latte, dall’atmosfera che ci circonda.
Questo sito e questo blog sono il mio modo di “cercare di fare qualcosa” in questo senso.
Spero che si crei un gruppo dove si ritrovano persone che si scambiano informazioni ed esperienze per il piacere di farlo, e per accrescere il benessere proprio, dei propri cari e infine della società.
Un gruppo in cui ognuno è attivo, semplicemente seguendo il blog o contribuendo con materiale di pratica utilità per crescere.
Non sarebbe bello sensibilizzare la società sul fatto che l’adulto è il risultato di come le esperienze infantili sono state interpretate dal cervello bambino?
Ne scaturirebbe una maggiore attenzione psicologica nei riguardi dei figli. Potrebbe inoltre emergere la consapevolezza che il carattere non è “innato”, e quindi possiamo eliminare i lati di esso che ci disturbano.
Un tempo tale eliminazione era un’operazione piuttosto complicata, visti la durata e il costo delle psicoterapie. Oggi siamo fortunati, perché esistono delle psicoterapie veramente brevi e poco impegnative in ordine di spesa e tempo, tra cui psicoterapia R.E.EM.
Pensando ad argomenti di discussione, saranno molto pratici. Il primo potrebbe essere: è preferibile l’allattamento a richiesta o ad orario? Tale scelta può fare una differenza sulla formazione del carattere? Se ritenete di si, quali saranno?
Sarò particolarmente grata a quanti vorranno offrire contributi sugli argomenti degli articoli pubblicati. Attendo la Vostra partecipazione per aprire una discussione.
M.d.P.
Gentile dottoressa,
ho 60 anni e da 3 sto combattendo, con alterne fortune, contro ansia e depressione. Ne sono uscito una volta (grazie anche all’ausilio dei farmaci), ma – complice la situazione – sto avendo una ricaduta. Sono in cura con una psichiatra psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, ma – farmaci a parte (che avevo scalato e tolto) – temo di essere arrivato, seppure con alcuni progressi, ad un punto morto. Sono interessato al suo approccio: pensa di potermi aiutare?
Il Suo caso rientra certamente tra quelli che abitualmente tratto.
Se davvero vuole intraprendere un percorso, può chiamarmi al numero che trova nel sito.
Grazie
Cara dottoressa, io sono molto ignorante in materia ma ho sempre saputo, come ho visto in tv o nei film, che il lavoro dello psicologo si svolge parlando parlando e parlando. Qualche volta addirittura vedo che il cliente parla e lo psicologo sta zitto, lo guarda, ammicca e magari anziché rispondere o dire la sua si mette a fare altre domande.
Le confesso che è anche per questa immagine degli psicologi che ho sempre avuto molta diffidenza e poca o niente fiducia in questa forma di “aiuto”.
Mi sembra che invece lei abbia un altro modo di lavorare, lo vedo soprattutto dai commenti dei suoi clienti e poi anche da quello che spiega nel sito, che però confesso non capisco molto bene.
Vuole dire forse che nelle sue terapie non si parla, o si parla poco?
Scusi se le mie parole possono sembrare banali o offensive, ma questo è quello che ho in testa su questo argomento, spero che lei possa farmi chiarezza. Grazie
Caro Mike, in realtà gli esseri umani parlano sempre quando devono comunicarsi qualcosa: perciò anche quando occorre intraprendere terapie molto materiali (come nella fisioterapia, o in campo medico-chirurgico) uno scambio verbale, per lo meno preliminare e conoscitivo, serve sempre.
Se però vuoi sapere quanto le mie terapie usano la parola per operare dentro un problema, posso dirti che essa è la parte meno importante: quella determinante è la gestione dello stato psichico della persona mediante tecniche basate sulla fisica quantistica. Tanto solo per fare degli esempi, avrai forse visto in televisione l’uso delle dita a pendolo nell’E.M.D.R., così come puoi facilmente immaginare una seduta sul lettino Seqex nella tecnica Re.E.M. dove il paziente riceve onde elettromagnetiche a bassissima frequenza.
Non so se ciò ti rassicura o meno, ma così è. E i risultati, estremamente lusinghieri, parlano da soli.
Grazie per il tuo contributo a questo blog, e spero continuerai a seguirlo.
Grazie tante, dottoressa, ora ho capito meglio.
Gentile professoressa, sono uno studente di psicologia al 3° anno.
Ho letto con interesse il suo sito e voglio dirle che mi piace molto.
Peccato che nel blog ci abbiano scritto poche persone.
Perché, secondo lei?
Roberto Q.
Carissimo, intanto La ringrazio per le Sue parole e la Sua attenzione.
In realtà Le confesso che quando creai questo sito web, insieme con mio marito che ne è l’Amministratore, si pensava ad un blog professionale a disposizione di colleghi psicologi, psicoterapeuti e councelors per condividere esperienze ed opinioni.
In realtà questa “call” non è stata sostanzialmente raccolta, per i motivi più diversi: la nostra categoria spesso ha problemi di sussistenza economica, l’attività giornaliera è certamente impegnativa, l’aggiornamento professionale assorbe molto tempo, e così via.
Non dispero che, terminata questa emergenza-Covid che ci ha messo un bel carico sopra, il mio appello alla discussione professionale sul benessere psico-fisico (che tratto anche nella mia pagina Facebook: https://www.facebook.com/people/Marcella-del-Pezzo/100006667788602) possa ricevere risposta.
Nel frattempo, sono grata a quanti come Lei hanno voluto contribuire ad arricchire le pagine del portale con fresca, sincera e positiva spontaneità.
Questo blog è davvero interessante.
Mi piacerebbe leggere qualcosa sugli effetti del Covid nella mente delle persone.
Non crede potrebbe essere di pubblica utilità?
Jazmine
Ha ragione, ma sono ancora in corso studi sulla questione.
Anche nel mio piccolo sto avendo esperienze professionali con persone entrate in contatto con il Covid, personalmente o in famiglia, per ragioni sanitarie o semplicemente per aver vissuto l’esperienza del confinamento (detto correntemente “lockdown”), e credo che tra qualche anno potremo affermare qualcosa di definitivo.
Per ora è ancora un po’ prematuro.
Grazie del Suo contributo.
Volevo complimentarmi per il suo blog, cara dottoressa, perché tra tutti i siti web di suoi colleghi psicologi e psicoterapeuti è senz’altro il più completo e il più aperto a vari argomenti, dall’educazione dei bambini ai disturbi alimentari alle problematiche della depressione e della rabbia.
Lo trovo molto utile sia per capire di cosa si ha bisogno prima di andare in terapia, e sia per avere un’idea di dove sta andando oggi la psicologia terapeutica, o comunque la si voglia chiamare.
Il suo approccio all’EMDR è davvero affascinante, perché immagino che combinarlo con un’adeguata professionalità “tradizionale” dia risultati migliori di quelli che i suoi colleghi anglosassoni raggiungono con la semplice tecnica legata ai movimenti oculari. Inoltre mi interessa molto l’Omega Healing, di cui so poco e voglio documentarmi di più.
Le sarei grato se mi desse una dritta.
Grazie
Luigina
appassionata di scienze sociali
La ringrazio per le Sue belle parole, che mi offrono l’occasione per chiarire che quando anni fa creai questo mio sito web l’intento era proprio questo: dare ai potenziali pazienti tutti gli elementi per capire quale sarebbe il loro percorso terapeutico e facilitare – nonché abbreviare – tale percorso.
Infatti nella società moderna non credo vi sia più molto spazio per le lunghe, interminabili terapie tradizionali basate sul solo approccio verbale. Non ce n’è più per ragioni di tempo (ritmi di vita), per ragioni economiche (le terapie non possono essere appannaggio dei pochi che possono spendere all’infinito), ma anche per ragioni scientifiche, dato che le neuroscienze e la fisica quantistica e relativistica hanno portato oggi ad acquisizioni cui rinunciare sarebbe semplicemente sciocco.
Omega Healing, in effetti, è un po’ un concentrato di tutte queste nuove acquisizioni, dato che nasce sul tronco di Psych-K® ed E.M.D.R., e contiene diversi aspetti che la legano all’ipnosi vigile della terapia Re.E.M..
Come scrivo nel mio sito web, è una tecnica molto versatile, particolarmente indicata nelle problematiche di origine psicosomatica (ma non solo), che mira a facilitare il passaggio della persona ad un nuovo paradigma di salute nell’unità del complesso mente-corpo. La terapia procede, per gradi, ad individuare le cause delle emozioni all’origine delle sofferenze, così da eliminare i blocchi che si oppongono alla guarigione e, di seguito, rimuovere le emozioni che hanno prodotto i problemi emotivi e psicofisici.
Le tecniche sono molto semplici, e si fondano sulla continuità fisico-chimica del mondo, dei corpi e delle menti: tra una persona e l’altra non esiste il vuoto, ma un insieme di atomi, molecole e altre particelle subatomiche, sicché pensare che non vi siano collegamenti tra le persone e ogni altro essere vivente è assurdo. Il legame chimico-fisico tra tutte le cose esistenti è alla base dei sistemi terapeutici di Omega Healing, che valorizza la consapevolezza del paziente di appartenere a questo universo quantico e di possedere in sé tutte le premesse per una reale, completa auto guarigione.
Se poi volesse approfondire ulteriormente, la rimando ai siti web specifici:
https://www.omegahealing.com/
http://omegahealing.it/ .
Grazie ancora per l’interesse e buona lettura.
Mi chiamo Sole, ho 47 anni e non ce la faccio più a soffrire di bipolarismo. Voglio fare chiarezza, sono confusa, insicurezze, paure, complesso di inferiorità, invidia…. e tanto altro.
Ho bisogno di aiuto.
Capisco dal Suo messaggio che Lei sta attraversando un momento davvero critico.
Se vuole, può chiamarmi al numero di telefono che sta nel sito.
Sarò felice di aiutarLa.
Dopo un colloquio con la dottoressa Marcella del Pezzo, durante il quale le ho esposto le mie problematiche, mi sono sottoposta al trattamento R.E.EM..
E’ stata un’esperienza illuminante e risolutiva: ho capito che la collega ingombrante che mi creava problemi sul lavoro era la proiezione del rapporto conflittuale che avevo avuto da piccola con mia sorella. Sono bastate due sedute per eliminare quel malessere che celava altri problemi e che mi creava altri problemi.
Ora mi sento più sicura e non avverto più quella forte sensazione di dover dimostrare costantemente che ci sono e che valgo.
Tornerò sicuramente dalla dottoressa Marcella appena dovessi sentire il bisogno di togliermi un’altra spina!
Sono felice di aver incontrato la dottoressa Marcella perché è riuscita a risolvere i miei problemi in tempi celerissimi cosa che purtroppo la psicoterapia tradizionale, che avevo seguito prima per lunghi mesi, non aveva fatto.
La sto raccomandando ai miei più cari amici e la raccomando a tutti perché è una professionista seria, inoltre ha una preparazione esemplare, una sensibilità unica e la padronanza di molteplici tecniche terapeutiche.
Grazie Dottoressa! Avessi potuto incontrarti prima! Magari mi sarei risparmiate delle inutili sofferenze…
Ti ringrazio per le tue parole, ma tengo a sottolineare che il nostro lavoro ha avuto tanto successo grazie al tuo coraggio di affrontare con te stessa la verità, ossia di metterti in gioco.
E tale coraggio è dimostrato anche da questa tua testimonianza che – ti assicuro – è da pochi. Sei una donna speciale, e mi sentirò onorata se sentirai il bisogno di rivolgerti ancora a me per toglierti qualche “spinetta”.
Cara dottoressa del Pezzo, ho letto quasi tutto il suo sito, e perfino la sua pagina facebook del Benessere psicofisico per una cosiddetta società migliore.
Confesso che mi sembrano tutte tante belle parole, e anche discorsi che sembrano funzionare.
Però, poiché ho visto anche altri siti di suoi colleghi – e purtroppo alcuni di costoro li ho anche conosciuti di persona – stento a credere che si possano risolvere i problemi con tanta facilità.
E soprattutto con le parole.
Perché voi psicologi pensate di risolvere tutto con le parole.
Invece il mondo è molto più complicato, e non penso possa neanche bastare aggiungerci il suo macchinario, per far andare meglio la vita delle persone.
Scusi la franchezza, ma io la penso così.
Grazie per la franchezza. Ognuno è padrone delle proprie idee, anche perché le ha maturate a seguito di proprie esperienze, e quindi difficilmente confutabili. Quello che Le posso dire è solo: «Provare per credere».
Potrei anche indirizzarLa ad uno o più dei miei pazienti o ex-pazienti per avere delle testimonianze dirette. Ma non lo faccio perché so che sarebbe inutile: con l’idea che Lei si è fatta della categoria potrebbe magari pensare che siano testimoni interessati o addirittura fasulli.
Tengo comunque a precisarLe che non è proprio così “facile” come Lei dice, né per il terapeuta né per il paziente. Il primo deve metterci impegno professionale e umano, dedizione e determinazione ad esser di aiuto; il secondo deve aver maturato la decisione di cambiare e impegnare a questo fine le sue energie.
Diversamente, con parole o con macchine, è tutto inutile.